Incontro tra i volontari e Casa Accoglienza (Casa del Giovane)
Messaggio di Alice ai volontari 18 dicembre 2022
Me ne sto dietro le quinte ad immaginare e osservare ogni minimo dettaglio, con il fiato sospeso ogni volta che sento Simone o Miriam che mi raccontano dei pomeriggi e delle sere passate in quel non posto.
Di nascosto e gelosamente, a volte penso che avrei voluto averla anche io quella presenza, mi avrebbe aiutato, specie se ci penso ora, in questi giorni talmente freddi che non ti lasciano respirare liberamente, quel posto diventato ormai caro per me, sempre un po’ dimenticato da tutti tranne che da loro.
La vicinanza che è rimasta dopo tutti questi anni passati lontano da quel luogo e lontano dai ragazzi che a volte rivedo sempre un po’ distratti e di fretta in stazione o in giro, la sento spesso racchiusa nelle loro storie, nei loro occhi quando me ne parlano.
E mi tocca l’immagine della mano sporca che tocca la loro. Il calore condiviso in un abbraccio, in una parola di conforto, in un sorriso strappato, lì dove le differenze svaniscono e si parla solo di persone, di sensazioni, di emozioni.
E ne sento una leggera invidia perché l’ho vissuto anche io quel posto e ho vissuto sulla mia pelle la solitudine e quel senso di disorientamento e abbandono e credo, seguendo le loro parole così piene di emozioni, che mi avrebbero aiutato.
Vivo, quasi in prima persona quei loro momenti…:”Sai, ora che fa buio presto, a volte ho un po’ di timore a percorrere quella strada senza luce e al freddo..però poi quando arrivo lì e vedo gli altri volontari e i ragazzi che ormai conosco, racchiusi in quell’angolo di lucine e libri, mi passa tutto… imparare a conoscerli e sentirmi vicina a loro, sentirmi utile mi riempie il cuore…esserci, questo mi basta” queste le parole di Miriam che quando ne parla guarda un punto fisso e fa passare fotogrammi davanti ai suoi occhi e nel mentre sorride e quasi si commuove.
Io, in prima persona, un po’ ho sentito quello che prova Miriam, quando ho passato quelle ore a scrivere dediche nei libri in cui mancavano, quelli che poi sarebbero arrivati a Rogoredo.
Perdermi tra le pagine cercando di immaginarmi a chi sarebbe arrivato quel libro, scavando nel profondo per cercare quelle parole che sarebbero riuscite ad arrivare ai loro cuori, senza offenderli, senza farli sentire sbagliati, solo pensati, pensati da qualcuno, perché anche se poco, la differenza la fanno.
Ogni volta che vedo su Facebook un post di Simone in cui scrive di un’altra anima persa in cielo, sola e senza nome, morta in quelle strade che nessuno vuole percorrere, leggo con il batticuore fino alla fine con la paura che parli di qualcuno che conosco. E fa male leggere, tanto, ma mi dona anche un po’ di sollievo perché penso:”Almeno qualcuno ne parla…se non lo facesse lui, nessuno saprebbe niente” e alla fine fa male…
Per tutto questo tempo, ho avuto modo di riflettere molto, per permettermi di riuscire a vedere il mio passato in modo diverso. Sono andata avanti con la sensazione di sicurezza alle spalle…come un ombra che silente sta sempre dietro di te, come Simone, che anche senza sentirlo ogni giorno ho la certezza che è lì per me, se ho bisogno…e anche il contrario, alla fine.
Che ancora, dopo anni, anche solo quando mi viene in mente, lui mi scrive dal nulla come sempre:”Ciao, tutto bene?” E non ho ancora capito come fa…
Però, a parte gli scherzi, ne sono grata sempre, giorno per giorno.
Grata di tutto e consapevole sempre di più, grazie anche all’università che mi sta aiutando ad aprire gli occhi e la mente, dandomi le risposte di cui avevo bisogno e la conferma di aver fatto la scelta giusta.
E più ci penso e più mi dico:”ce la si può fare…ognuno è fatto in modo diverso e la strada da percorrere non è mai la stessa, però c’è, quella strada, per chi la vuole davvero, c’è. Come c’è chi ti aiuta a cercarla, ti aiuta a percorrerla e ad avere meno paura quando si fa un po’ più buia, qualcuno è lì, pronto a far luce, a farti sentire il calore, a farti sentire l’amore di cui hai bisogno.”