La testimonianza di Benedetta
Autore: Redazione
29 Nov 2022 - Blog
È stata una serata strana, difficile ed inaspettata. Una delle ragazze che meglio conosciamo è arrivata
in condizioni fisiche molto compromesse: era gonfia in ogni parte del corpo, a stento parlava e
riusciva a sorseggiare o ingoiare qualcosa. È una delle persone che meglio conosciamo, perché da
molti anni frequenta quel ‘’non luogo’’, cercando aiuti e risposte, che spesso non si trovano, perché
il dolore è troppo grande.
Quella sera abbiamo chiamato l’ambulanza, che ha soccorso la nostra ragazza. Gli operatori del 118
sono stati veramente gentili, delicati e l’hanno incoraggiata a fidarsi e ad andare in ospedale, per farsi
curare. Poco dopo è arrivata un’auto con tre ragazzi che hanno spontaneamente donato dei libri, per
sostenere il progetto ‘’Dona un libro al bosco’’, nato circa un anno fa e che sta suscitando molto
interesse a livello nazionale. La spontaneità di quel gesto è stata dirompente, perché significa che
qualcosa nella coscienza sociale si muove ed è fondamentale che un cambiamento parta proprio dai
giovani. Solo i giovani possono infatti contrastare la spietatezza della società attuale, che in modo
acritico e alquanto sadico, etichetta i nostri ragazzi in malo modo, perché ‘’se la sono cercata’’ o ‘’non
vogliono cambiare’’.
La verità è che non ce la fanno. Non possono. È come chiedere a una persona sulla sedia a rotelle di
scalare le montagne, chi si permetterebbe di farlo? Ecco una serata come questa insegna che di fronte
al dolore dell’altro, le barriere artificiose, dietro cui ognuno si trincera, devono cadere, perché sono
vacue e superflue ed è solo riconoscendo l’altro nelle sue fatiche e battaglie che possiamo vedere un
cambiamento e sperare che nessuno sia dimenticato.